Sotto l'ombrellone...

Esercizi di retorica per l’estate

L’estate offre a molti brand un’occasione ghiotta per strategie di marketing specifiche, spesso basate su ricorrenze, appunto, stagionali.



Se dico “giallo”, per esempio, la fantasia di molti – possiamo immaginare, dei più – visualizzerà la copertina di un classico giallo Mondadori e un lettino su una spiaggia. Libro di intrattenimento per antonomasia, il giallo, alla stregua della più famosa rivista di enigmistica italiana, è parte integrante del kit balneare della maggioranza degli italiani e ci racconta di una storia: la soluzione di un mistero.

Ecco perché fa molto sorridere che Mondadori decida di aprire il mese di giugno con un carosello di nuove uscite tra cui un libro, “Bozze non corrette”, che è sì un giallo (ha la copertina gialla, proprio come i tascabili che nel Bel Paese contribuirono a dare il nome al genere, altrove conosciuto come “poliziesco”), ma che basa il mistero da risolvere sul… linguaggio! E sul suo stesso codice linguistico. 

A scriverlo sono due nomi interessanti, Stefano Bartezzaghi, saggista ed enigmista (no, non è lui a compilare il celebre cruciverba, ma il fratello) e Pier Mauro Tamburini del collettivo La Buoncostume che crea contenuti di intrattenimento per la tv e il web. Come a dire: il teorico e il copy. Perché il libro in oggetto fa proprio questa cosa divertente (per un copy, ma magari anche per te che leggi!): gioca con il linguaggio e con le tecniche retoriche, spaziando dalla letteratura di genere al marketing. Rende, anzi, il linguaggio il tema principale della storia, lo porta sotto gli occhi di tutti, ne fa il suo argomento. E lo fa avvalendosi di una buona dose di ironia, che si diverte a creare senso capovolgendo le cose e strizzandoci l’occhio, complice.

Anche l’ironia è una tecnica retorica, non è un caso!

Ecco cosa ci dice di sé il romanzo: “Questo libro è pieno di errori, mille per la precisione: refusi (ma non di punteggiatura o sintassi, non sono così cattivo), errori lessicali e grammaticali, vocaboli sbagliati, errori fattuali, omissioni”. Non ricorda forse proprio un enigma da rivista, o un giochino sfizioso per sostare sotto l’ombrellone? È così, e non è chiaramente un caso. C’è poi una voce che parla, un io che accende di ulteriore mistero l’enigma che si dipana, e che riguarda uno scrittore morto. Dove risiede la verità? Non tanto nelle pieghe della realtà letteraria che un investigatore sulla scena dovrà scovare, no, quanto tra le stesse pagine del libro. Trovati gli errori, infatti, si comporrà un messaggio che dichiarerà la verità. “Quanti di voi accetteranno la sfida?”.

Mi è sembrato un chiaro segno di consonanza il fatto che la prefazione del “Manuale di retorica” di Bice Mortara Garavelli che ogni tanto consulto, uscito nei Saggi Bompiani, l’abbia scritta proprio Stefano Bartezzaghi. Il saggista ricorda il valore della retorica come “cassetta degli attrezzi per smontare il discorso persuasivo” e come vera e propria strumentazione a dialogo con le scienze umane. Perché ogni discorso, cioè ogni atto linguistico in azione, è sempre e comunque un artificio, una costruzione di senso. Chi si occupa di copy lo sa, e cerca ogni giorno di plasmare il senso proprio avvalendosi di questa cassetta di attrezzi su cui decenni di scienze hanno speculato e indagato.

Un libro che, giocando sugli sfizi estivi italiani, si prende gioco del lettore usando il linguaggio, e anzi lo sfida, lo aggancia, diremmo con un gergo più avvezzo al marketing, il tutto sotto le vesti di un prodotto di intrattenimento, mi sembra una strategia molto raffinata. Ed è altrettanto azzeccata l’idea di lanciarlo con la partenza dell’estate. Come scrive Bartezzaghi, infatti, “non c’è discorso senza figura, non esiste un grado di letteralità che neutralizzi l’artificiosità e quando si finge che esista l’artificio è proprio quello”. Misteri da ombrellone ed enigmistica, insomma, sono parte della retorica estiva, dei temi e dei trend, come diremmo oggi: è un manifesto più che dichiarato, è “giocato”!

Se non lo avessimo mai notato, questo libro ce lo evidenzia, e ci strizza l’occhio invitandoci a tenere sveglia l’attenzione e ricordandoci in ogni suo frammento la propria finzione, il proprio scopo di oggetto di intrattenimento. Immancabile, dunque, la call to action che è cara a ogni marketer, e che infatti campeggia sulla fascetta del libro in questione, chiara e super estiva: “Risolvi il giallo dell’estate: trova tutti gli errori di questo libro!”. 

La partita è aperta: clicchiamo… pardon, leggiamo, e quindi giochiamo, o no? 

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