Quando l'emozione diventa strategia
Lo storytelling per il business:
Viviamo in un mondo saturo di informazioni, ma affamato di significato. Ogni giorno, manager, imprenditori, consulenti e professionisti cercano di comunicare in modo efficace, di farsi capire, di ispirare i propri interlocutori. Eppure, troppo spesso, le presentazioni sono fredde, i dati isolati, le strategie vuote. Mancano di un elemento fondamentale: la storia.
Lo storytelling è la capacità di costruire e condividere narrazioni significative. Non si tratta di raccontare favole, ma di dare forma a esperienze vissute, visioni future e valori aziendali attraverso il linguaggio della narrazione. Quando è autentico, strategico e ben strutturato, lo storytelling diventa uno strumento potentissimo per chi lavora nel business.
Perché lo storytelling funziona nel business?
Una storia ben raccontata attiva il cervello umano in modo diverso rispetto a una semplice lista di dati o concetti astratti. Le neuroscienze dimostrano che ascoltare una storia attiva le stesse aree cerebrali che useremmo se stessimo vivendo quell’esperienza. Questo è ciò che rende la narrazione così potente: ci connette emotivamente e cognitivamente con chi racconta.
Nel contesto aziendale, lo storytelling consente di:
Comunicare i valori dell’azienda in modo vivo e memorabile
Creare connessioni autentiche con collaboratori, clienti e stakeholder
Rendere comprensibili concetti complessi attraverso metafore ed esempi
Guidare il cambiamento raccontando visioni future e superamento delle resistenze
Costruire leadership, attraverso la condivisione di esperienze personali significative
Come afferma Sean Kavanagh, CEO del Ariel Group, una storia può anche partire da un momento personale, come un litigio con la figlia adolescente, e diventare un potente veicolo per riflettere sull’importanza dell’ascolto e della presenza, competenze fondamentali anche nella leadership.
I diversi tipi di storie nel business
Non tutte le storie servono lo stesso scopo. Uno dei segreti dello storytelling efficace è saper scegliere il tipo di storia giusto in base all’obiettivo e al contesto. I principali tipi di storie utilizzabili nel business sono:
Storie personali: momenti che hanno definito la propria identità o chiarito valori fondamentali. Ad esempio: “Quando ho capito cosa significa per me essere un leader”.
Storie di business personali: sfide superate, resistenze affrontate, successi ottenuti. Ad esempio: “Quando ho gestito la crisi con il cliente più importante”.
Storie aziendali: episodi che incarnano la cultura e i valori dell’organizzazione. Ad esempio: “Il giorno in cui il team ha deciso di cambiare approccio alla sostenibilità”.
Miti e metafore: narrazioni universali o fiabe che illuminano concetti complessi. Ad esempio: usare la storia del Cavallo di Troia per parlare di innovazione nascosta.
Ogni storia deve avere uno scopo preciso: condividere valori, insegnare una lezione, stimolare il cambiamento, costruire empatia. La chiave è saperlo chiarire prima di iniziare a raccontare.
Non basta avere vissuto un episodio interessante: per diventare una buona storia da usare nel business, un racconto deve seguire una struttura chiara e coinvolgente.
1. Inizio: crea un legame con l’ascoltatore, contestualizza, prepara il terreno.
2. Conflitto: ogni buona storia ha una tensione, un ostacolo, una sfida.
3. Risoluzione: mostra come l’ostacolo è stato affrontato o superato.
4. Insight: offri una lezione, un significato più profondo, una risonanza.
5. Connessione: collega la storia al messaggio principale della conversazione.
L’uso del tempo presente, il linguaggio sensoriale, il dialogo diretto, la varietà nel tono di voce e nella gestualità aiutano a rendere la storia più viva. L'obiettivo non è solo informare, ma coinvolgere, emozionare, lasciare un segno.
Storytelling trasformativo: oltre il racconto
Un aspetto meno noto ma cruciale dello storytelling è il suo potere trasformativo. Secondo il concetto sviluppato da Erin Schaefer nel suo eBook "Transformative Storytelling", il processo narrativo può aiutare le persone non solo a comunicare meglio, ma a crescere, cambiare prospettiva, ristrutturare il proprio modo di vedere il mondo.
Questo vale per studenti, dipendenti e leader. Quando impariamo a raccontare e a rivedere le nostre storie con consapevolezza, possiamo:
Diventare più consapevoli delle nostre convinzioni limitanti
Apprendere dai fallimenti e trasformarli in apprendimento
Detacharsi dall’identificazione con ruoli fissi o narrazioni statiche
Imparare a riflettere senza giudizio, in modo costruttivo e creativo
Perché questo avvenga, è necessario creare sicurezza emotiva (sia individuale che collettiva) e imparare a osservare le proprie storie con uno sguardo nuovo, con la cosiddetta "mente del principiante".
Le barriere allo storytelling (e come superarle)
Non sempre raccontare storie porta automaticamente a connessioni e trasformazione. Ci sono ostacoli da riconoscere e gestire:
Paura del giudizio: molti evitano di condividere storie personali per timore di essere percepiti come deboli o fuori luogo.
Identificazione totale con la storia: quando una persona pensa di essere la propria storia, rischia di reagire con chiusura difensiva a qualunque osservazione.
Storie limitanti: racconti che confermano vecchie convinzioni e impediscono nuove prospettive ("non sono portato per parlare in pubblico", "non siamo un’azienda creativa").
Mancanza di consapevolezza narrativa: chi non sa di avere una storia, non può sceglierne una nuova.
Per superare questi ostacoli, è utile:
Allenare la mindfulness: la consapevolezza del momento presente aiuta a gestire la paura e ad aumentare la presenza.
Offrire spazi sicuri (nelle aziende o nelle formazioni) dove esercitarsi con il racconto.
Dare strumenti per rileggere e riscrivere le storie in chiave potenziante.
Lo storytelling non è riservato al marketing o alla formazione. Ogni professionista può integrarlo nel proprio lavoro quotidiano:
Nelle presentazioni: aprire con una storia cattura l’attenzione e aiuta il pubblico a ricordare i concetti principali.
Nel coaching e mentoring: raccontare storie autentiche favorisce l’apprendimento esperienziale e crea empatia.
Nella comunicazione interna: condividere storie aziendali rinforza la cultura e aumenta l’engagement.
Nel recruiting: i candidati ricordano meglio le aziende che raccontano storie significative, non solo job description.
Nel change management: storie di trasformazione passata aiutano a motivare le persone nel presente.
Saper raccontare è sempre più una competenza strategica per chi lavora, comunica, guida. In un tempo in cui i dati sono ovunque ma il senso è raro, le storie rappresentano un modo per unire mente e cuore, logica e intuizione, visione e azione.
Il vero potere dello storytelling nel business non sta solo nella persuasione, ma nella connessione. Connettere persone, idee, esperienze. E in quella connessione, costruire significato, fiducia, trasformazione.
Perché in fondo, come recita un antico detto nativo americano: "Chi racconta le storie, governa il mondo".
Cristiano Lugarà
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