Informarsi oggi negli Stati Uniti
I social come nuova prima pagina
Il modo in cui ci stiamo informando è cambiato e non solo per la Gen Z
Studi di settore segnalano come negli Stati Uniti, per la prima volta dagli anni 2000, la maggior parte delle persone negli USA si affida ai social per aggiornarsi su ciò che accade nel mondo.
Secondo il nuovo Digital News Report 2025 del Reuters Institute, il, infatti, il 54% degli americani usa piattaforme come Facebook, X (ex Twitter) e YouTube come prima fonte di notizie.
Un dato che supera la TV (50%) e persino i siti delle testate tradizionali (48%). Un punto di svolta non solo statistico, ma culturale.
E non riguarda solo l’America.
Non è solo una questione di canali
Il report è chiaro: “L’ascesa dei social media e delle notizie basate sulla personalità non è un fenomeno esclusivo degli Stati Uniti, ma lì sta avvenendo più rapidamente e con maggiore impatto anche in altre zone del globo”.
Questo significa che a essere centrale non è solo il mezzo, ma il tipo di relazione tra chi parla e chi ascolta. Molti politici oggi preferiscono dialogare con influencer o streamer, saltando le interviste classiche. Perché? Perché la fiducia, oggi, si costruisce così: guardando in faccia le persone, non i loghi.
E a proposito di fiducia, hai letto il nostro articolo “LinkedIn per aziende nel 2025”?
Quella che si trova sui social media è spesso un’informazione più diretta, più “umana”, ma anche più esposta a distorsioni, bias e bolle ideologiche. E qui entra in campo il discorso del “doomscrolling” e a questo proposito…
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X, polarizzazione e la responsabilità di chi informa
Tra le piattaforme che crescono come fonte di notizie c’è X (ex Twitter).
Dall’arrivo di Elon Musk nel 2022, la trasformazione è stata evidente, non solo nei contenuti, ma soprattutto nel profilo degli utenti.
Negli Stati Uniti, la quota di persone che si dichiarano di destra è triplicata. Nel Regno Unito è quasi raddoppiata. Il pubblico più attivo è composto soprattutto da giovani uomini, che utilizzano X non solo per condividere opinioni, ma per plasmarle.
Questa dinamica genera coinvolgimento, sì — ma anche polarizzazione crescente. E ci ricorda che ogni piattaforma, ogni algoritmo, ogni voce che guadagna visibilità porta con sé una domanda chiave:
Qual è la responsabilità di chi informa oggi?
Non basta più esserci. Serve esserci con coscienza
La risposta non è semplice…
Quello che mi sento di dire è che oggi siamo tutti editori di noi stessi. I social hanno rotto il monopolio dei media tradizionali, ma hanno anche creato un nuovo ecosistema fondato su personalità, percezione e fiducia.
In questo scenario, la credibilità diventa un bene raro.
E la responsabilità di chi comunica — dai giornalisti ai creator, dalle aziende alle istituzioni — non può più limitarsi al “dire qualcosa”:
deve passare attraverso il come, il perché e il per chi lo si dice.
Perché ogni contenuto genera impatto.
E oggi più che mai, la qualità del nostro spazio informativo dipende da chi lo abita.
Federica Carrega
Social Media Manager
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