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Il mood nei video: l’elemento invisibile che fa la differenza
Perché l'energia sul set conta più di luci e location
Realizzare un video non è solo questione di tecnica, attrezzature e copione. C’è un ingrediente spesso trascurato, ma fondamentale: il mood, lo stato d’animo delle persone coinvolte. È ciò che dà energia a una ripresa e influenza il modo in cui il pubblico percepirà il contenuto. Perché sì, anche la miglior produzione tecnica rischia di risultare piatta se dietro o davanti alla videocamera c’è tensione, insicurezza o stanchezza.
Se pensi che il ruolo del videomaker sia solo quello di impostare le luci e premere REC, forse ti stai perdendo un aspetto cruciale. La persona dietro la camera deve essere un vero e proprio facilitatore emotivo.
Ogni gesto, ogni parola detta (o non detta), ogni interazione con chi sta davanti all’obiettivo influisce sull’atmosfera del set. Se c’è tensione, si percepisce. Se c’è fiducia, tutto fluisce meglio. Un operatore nervoso, distratto o frustrato trasmetterà incertezza, rendendo difficile un’interazione fluida con chi è davanti alla videocamera. Al contrario, un videomaker positivo, attento e rilassato crea un contesto favorevole, dove anche chi si sente meno a suo agio riesce a trovare la propria espressione naturale.
I grandi registi del mondo del cinema lo sanno bene. Steven Spielberg, ad esempio, è famoso per la sua capacità di creare ambienti rilassati, dove tutti si sentono liberi di esprimersi. Christopher Nolan, invece, trasmette una concentrazione quasi magnetica, portando gli attori a immergersi completamente nella scena. Insomma, il modo in cui chi dirige le riprese interagisce con gli altri può cambiare radicalmente il risultato finale.
Prima del “ciak”: trovare il proprio centro fa la differenza
Allo stesso modo, stare davanti a una videocamera non è sempre facile, anche per i più esperti. Magari hai tutto sotto controllo, hai preparato il discorso perfettamente, eppure... qualcosa non convince.
L'attenzione è puntata su ogni dettaglio, il tono di voce è teso anziché spontaneo, lo sguardo non è abbastanza vivo, i movimenti sono troppo controllati o innaturali. Tutti questi elementi possono generare tensione. E se una persona non si sente a proprio agio, il pubblico lo percepisce, anche inconsciamente. Ecco perché prendersi qualche minuto prima della ripresa può fare la differenza.
Un respiro profondo, una battuta leggera per sciogliere la tensione, una rapida chiacchierata per entrare nel giusto stato mentale. Gli speaker professionisti, ad esempio, spesso eseguono esercizi di respirazione per rilassare la voce e il corpo. Alcuni attori si concedono un momento di concentrazione prima di girare una scena intensa.
E anche nel mondo del digital marketing, i creatori di contenuti sanno che un ambiente sereno e una buona energia sono essenziali per coinvolgere il pubblico. Più il set è accogliente, più è facile lasciarsi andare con naturalezza.
E quindi, quando premere REC?
Non esiste un momento perfetto. Esiste il momento giusto, quello in cui tutti si sentono a proprio agio, in cui il ritmo delle parole e dei gesti fluisce con naturalezza, l’energia è quella giusta e tutto scorre senza sforzo.
Quel momento va costruito insieme con pazienza, attenzione e sensibilità. Forzare una ripresa, accelerare i tempi, ignorare le emozioni significa spegnere la scintilla e risultare in una scena forzata e poco autentica.
Bisogna prendersi il tempo di respirare, di sorridere, di entrare nella storia prima di raccontarla. E allora, solo allora si può premere REC. Perché un video non è solo un insieme di immagini ben montate ma un’esperienza, un’emozione che deve arrivare a chi guarda e che è capace di trasformare una semplice registrazione in un contenuto che può coinvolgere davvero il pubblico.
E il mood è la chiave di tutto.
Mirko D'Alessandro
Video Maker
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