L'AI scrive il mio codice. Forse.
L'AI non è il genio della lampada.
Non basta il desiderio di avere l'app dei tuoi sogni per averla realizzata, funzionante e profittevole. Non funziona così.
Il 7 aprile, Tobi Lutke, che di mestiere fa il CEO di Shopify, ha pubblicato su X un articolo con questo titolo:
"Usare efficacemente l'IA è ora un'aspettativa fondamentale per tutti in Shopify."
https://t.co/6i6h3sKi3x
— tobi lutke (@tobi) April 7, 2025
L'articolo tocca tanti punti interessanti, ma potrebbe essere riassunto in questo modo: la tua capacità di lavorare utilizzando l'AI è un elemento di valutazione del tuo operato.
Messa così è poco incisiva. Questa formula è più diretta: se non sai usarla, non sei utile.
Aggressività a parte, prendo le parti di Lutke, ma cosa vuol dire davvero "usarla", soprattutto nel mio ambito (sviluppo siti)?
Usare l'AI non è una competenza ovvia dappertutto al momento. In certi ambiti lo è (da ieri*).
Spesso il percorso è questo: provi un prompt, ottieni spazzatura e passi ad altro.
Non funziona così. Devi insistere. Devi imparare a dare contesto. A tornare sul problema. A descriverlo sotto punti di vista differenti.
Lavoro su Umbraco da anni. Lo conosco abbastanza bene. Da qualche tempo, ho iniziato a tenere il prompt dell’AI sempre aperto mentre lavoro. Gli chiedo pezzi di codice, funzioni noiose, il significato dei meravigliosi messaggi di errore che ogni tanto capitano compilando in Visual Studio.
All'inizio generava davvero cose orribili ed era di poco aiuto.
Ho provato a dare istruzioni diverse. Ho aggiunto i contesti. Ho spostato il focus dal FAI all'AIUTAMI A FARE.
E funziona.
Non mi ha sostituito. Mi fa andare più veloce. Mi fa pensare di poter osare un po' nelle mie soluzioni.
Il codice che produce non è perfetto. Ma è un punto di partenza. Come un collega con particolari capacità sempre a fianco a me o in perenne call da remoto. Scrive veloce, sbaglia spesso e tanto, impara in fretta.
Ma il codice non basta. Servono conoscenze e pensiero critico. Serve sapere quando ignorare quello che suggerisce. E quando seguirlo in parte o del tutto.
Ecco cosa significa usare l'AI. Usare le nostre conoscenze e la nostra capacità di ragionamento prima di tutto, capire che funziona solo se noi facciamo le domande giuste nel modo giusto, sapendo cosa stiamo chiedendo.
Intendiamoci, è una mia personalissima visione, sono all'inizio e non ho (ancora, se mai succederà) sposato l'approccio "vibe coding", ma rimango convinto che ci vuole ancora il nostro contributo perchè le cose funzionino.
* tipica espressione riguardante l'urgenza di una condizione in ambito lavorativo. Esempio:
PM: «Ecco le specifiche del modulo che devi produrre.»
DV: «Per quando deve essere pronto?»
PM: «Ieri sarebbe perfetto.»
Giampaolo Cutroneo
Maker
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